di Riccardo Porta
Da domani la Nigeria sarà il primo stato africano ad avere la sua moneta digitale, chiamata eNaira.
eNaira è, a tutti gli effetti, una Central Bank Digital Currency (CBDC) una forma digitale della moneta sovrana emessa dalla banca centrale e sostenuta dalla reputazione del governo centrale. Invece di stampare contante, le banche centrali emettono moneta virtuale: una specie di rappresentazione virtuale di monete e biglietti.
eNaira avrà corso legale per l’intero Paese, nella speranza di ridurre gli incentivi per coloro che desiderano utilizzare criptovalute non regolamentate, offrirà parità di valore e non sarà, quindi, una valuta fruttifera come le altre sorelle crypto (ricordo che la Nigeria è seconda solo agli USA per il trading di bitcoin – fonte: Paxful)
eNaira dovrebbe favorire il trasferimento di fondi da parte di nigeriani che lavorano all’estero, una soluzione sicura e meno costosa. eNaira dovrebbe essere una soluzione inclusiva per semplificare l’accesso ai servizi bancari da parte di quelle persone non ancora del tutto integrate nel sistema finanziario ordinario (leggi banalmente: senza una busta paga). eNaira è anche una mossa per evitare che siano altre le monete digitali a circolare e che la Banca Centrale si trovi spiazzata o spazzata da iniziative private.
Funzionerà? Minerà la privacy dei suoi utilizzatori? Si diffonderà? I presupposti ci sono tutti, più di altri paesi. Soprattutto perchè l’utilizzo del mobile come strumento di pagamento nei paesi africani è largamente sdoganato ed è la chiave per poter spendere le CBDC.
Il sito di eNaria è già online da un paio di giorni.