di Riccardo Porta
Da Apple a Facebook a Google, le aziende Big Tech negli Stati Uniti stanno affrontando varie cause antitrust.
Ma, al momento, queste battaglie legali sono nulla rispetto a ciò che sta accadendo in Cina: da febbraio, le aziende tecnologiche cinesi, da Alibaba, a Tencent, a Didi, hanno perso oltre 1 trilione di dollari di valore di mercato a seguito dell’ingerenza governativa. Una montagna di soldi.
Il Paese del dragone sta frenando il mondo digitale con leggi anche molto vaghe che fanno appello alla “sicurezza nazionale”, al non produrre “contenuti che generino dipendenza” o che vadano “contro le tradizioni”. In questo modo il governo di Pechino può intervenire quando vuole e come meglio crede.
Cybersecurity Law, Data Security Law, Personal Information Protection Law: sono 3 esempi di normative che sembrano voler ricordare che non esistono business privati in Cina ma che tutto è nazionale e tale deve rimanere.
Non solo: da oggi i minori di 18 anni potranno giocare online solo 1 ora al giorno dalle 20:00 alle 21:00 il venerdì, i fine settimana e i giorni festivi. E non stiamo parlando solo di Playststion o Nintendo: qualunque gioco, anche un’app.
Il governo sta agendo preoccupato che il gioco eccessivo causi problemi di salute ma non saranno i genitori a sorvegliare i figli: il controllo verrà esercitato anche tramite riconoscimento facciale. Follia?