di Maurizio Pimpinella
Si dice spesso che nel turismo l’Italia è un “Paese che si vende da solo”, eppure oggi, tanto più nell’epoca post pandemica e della trasformazione digitale, non è più sufficiente.
Proprio il 26 luglio, il Ministro del Turismo Massimo Garavaglia (intervenuto al convegno ‘Turismo e rigenerazione dei piccoli borghi nel Recovery plan’ a San Quirico d’Orcia) ha confermato la volontà di procedere alla costituzione di quel famoso Hub digitale di cui avremmo tanto bisogno per favorire l’attrattività ma anche la fruizione dell’Italia nei confronti dei viaggiatori. “Il primo intervento strutturale che faremo con i fondi del Recovery fund sarà nell’ottica del digitale. Avremo 110 milioni di euro da investire per rifare l’hub nazionale”. Con questa dichiarazione, finalmente, digitale e pagamenti elettronici incontrano il turismo.
Proprio la creazione dell’hub di cui parla il Ministro permetterebbe all’industria del turismo di godere di una visione d’insieme che conduca ad iniziative concrete ed omogenee di promozione, di marketing e di offerta che partano dalla missione di “catturare l’immaginazione del turista”, utilizzando questo strumento sia come una vetrina che come un aggregatore intelligente di customer experience sfruttando anche le sue potenzialità per distribuire esperienze personalizzate valorizzando, inoltre, in un’offerta all in one e all inclusive, i territori della nostra penisola. Uno dei fini cui tendere sarebbe quello di favorire l’aumento della permanenza media e della capacità di spesa del turista assecondando le necessità di destagionalizzare i periodi di vacanza, incentivando anche la scoperta di itinerari minori con l’obiettivo strategico (proponendo visite, eventi, esperienze mirate) di trasformare l’utente-turista profilato da occasionale a ricorrente, ovvero “turista di precisione”, magari anche attraverso una più stretta collaborazione di enti pubblici e soggetti privati, ciò che il Ministro Garavaglia sintetizza quando afferma la necessità “di distribuire meglio i flussi turistici nel tempo e nello spazio e di allargare la stagione turistica a tutto l’anno, uscendo dai normali poli attrattivi, distribuendo i flussi nei nostri piccoli borghi” e che per riuscirci c’è bisogno di arricchire l’hub “con i contributi che gli operatori pubblici e privati saranno in grado di mettere in campo”.
L’hub sarà fondamentale per acquisire dati ed informazioni dai territori locali per restituirli poi agli stessi in forma arricchita, valorizzandoli anche in virtù di uno strumento di promozione innovativo, intuitivo e di facile accesso per tutti, che goda tra l’altro dal vantaggio competitivo di far capo ad un’unica e coerente cabina di regia. Esattamente ciò che ci è mancato fino ad ora. In questo caso, “centralizzare” in una app e nello strumento di promozione ed offerta turistica dell’hub non causerebbe l’appiattimento bensì contribuirebbe ad esaltare i particolarismi.
Sotto il profilo tecnico, il sistema dovrebbe essere necessariamente interoperabile e, come di consueto di questi tempi, mostrare particolare attenzione alla tutela della privacy per la raccolta dei dati e l’aggregazione dei servizi e le sue funzionalità.
L’hub digitale e l’app dovrebbero consentire al viaggiatore di fruire il viaggio nei dettagli in tutte le sue fasi: prima della partenza, durante il viaggio e al ritorno a casa, contribuendo anche a fidelizzarlo e renderlo in qualche modo cittadino occasionale.
La promozione e l’offerta turistica potrebbero poi trovare una sintesi nella cashless society attraverso l’utilizzo di un “biglietto unico integrato” abbinato ad una carta digitale del turista, collegabile alle app di pagamenti degli operatori specializzati, per fruire di trasporti nazionali e locali, musei, eventi e manifestazioni:
Un altro strumento a disposizione di turisti, enti, imprese ed operatori per favorire il dilatarsi della stagione e l’avvicinamento dei viaggiatori ai sentieri meno battuti, per lo sviluppo omogeneo del turismo sia dal punto di vista territoriale che della stagionalità e fungere anche da facilitarore per il turismo culturale.
L’Hub digitale – aggregatore dei dati, con la sua capacità di sviluppare servizi digitali ad alto valore aggiunto rappresenterebbe il fondamentale strumento di competitività di cui il nostro Paese ha bisogno per rilanciarsi, e potrebbe essere utile anche a creare una nuova consapevolezza sinergica dei territori, proprio in virtù dell’offerta finalmente coordinata, omogenea e “tutto incluso” che reca vantaggi per l’utenza, le imprese, i cittadini e le comunità locali.