Sulla base dei conti nazionali, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici nel 2020 si e’ ridotto del 2,8% (-32 miliardi di euro), quasi azzerando la crescita del biennio precedente. I consumi finali hanno subito una caduta di dimensioni molto piu’ ampie (-10,9%) e mai registrate dal dopoguerra. Lo ricorda l’Istat nel suo rapporto annuale. Il reddito primario delle famiglie e’ sceso di 92,8 miliardi di euro (-7,3%). I massicci interventi pubblici di redistribuzione hanno fornito un contributo positivo di circa 61 miliardi di euro, compensando due terzi della caduta e sostenendo il potere d’acquisto delle famiglie. La poverta’ assoluta e’ in forte crescita e interessa nel 2020 oltre 2 milioni di famiglie (7,7% dal 6,4% del 2019) e piu’ di 5,6 milioni di individui (9,4% dal 7,7%). Coerentemente con l’andamento dei consumi, la condizione peggiora di piu’ al Nord che al Centro e nel Mezzogiorno. Durante la seconda ondata epidemica, quattro cittadini su cinque continuano a ritenere utili le misure adottate e chiare le informazioni ricevute sui comportamenti da adottare. Il 93,2% ha fatto sempre uso di mascherine all’aperto, l’84% le ha usate sempre al chiuso in presenza di non conviventi. Inoltre il 12% dei cittadini (o un membro della loro famiglia) ha dovuto fronteggiare criticita’ tali da dover ricorrere ad aiuti economici, pubblici o privati, o alla vendita di beni di proprieta’.In questa seconda fase emergono segnali di una transizione verso una quotidianita’ piu’ vicina a quella pre-crisi: ha lavorato il 31,5% dei maggiorenni (a fronte del 16,7% di aprile 2020) mentre il 58,3% ha effettuato uno spostamento per qualsiasi motivo (28% ad aprile 2020). Un altro segnale di ritorno alla normalita’ emerge dalla crescita significativa della quota di persone che non rilevano cambiamenti nel tempo dedicato ai diversi tipi di attivita’ giornaliere rispetto al periodo precedente la pandemia.
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