di Ruggero Alcanterini
Non so perché, ma “Daje de tacco, daje de punta…”, questo spunto tipicamente romano o se preferite romanesco, mi torna in mente ogni volta che la situazione si complica e occorre scacciare i fantasmi del dubbio, su cosa occorra fare per venire fuori dai problemi con vantaggio. Adesso, la battuta scaramantica insorge spontanea, visto che con una botta sola domenica potremmo metterci in gioco due volte nella tana dei “tre leoni” e segnatamente con la nazionale di calcio e con Berrettini, erede anche concittadino del glorioso “Over Aged” del tennis mondiale, Nicola Pietrangeli. Insomma, tra il Wembley Arena Stadium e il Wimbledon ci giochiamo due possibili trionfi, con relative medaglie oro di significato ultramplificato, peraltro nel contesto “eurobrexit”, piuttosto che d’argento e non sarebbe poco. Ma una differenza c’è e va rimarcata, perché un conto sarà vedersela appunto con in “leoni”, con un pubblico schierato, al 95% inglese ed un conto battersi alla pari con un pubblico sempre inglese, ma sicuramente superpartes per i virtuosi delle racchetta. Ecco, mentre ricordo Nicola Pietrangeli, il “Senior” cui prematuramente è stato intitolato lo Stadio Pallacorda al Foro Italico, come esempio di splendida longevità attiva, dall’altra mi pongo un interrogativo… : insomma, come mai la UEFA non ha attivato fino in fondo il principio della rotazione delle sedi di gioco, funzionali alla imparzialità tanto quanto la terzietà del collegio del team arbitrale nelle partite? Che finisse con l’Inghilterra in campo a Wembley c’era d’aspettarselo e allora perché non attivare preventivamente un meccanismo che evitasse il vantaggio potenziale del fattore campo per una delle squadre finaliste? Non dubito che gli azzurri siano determinati a dare il meglio, anche nella bolgia di Albione, che non mancherà di rivelarsi perfida, ma tant’è: per gli “azzurri” tutto sarà molto più complicato e gli oneri saranno doppi, quanto gli onori in caso di vittoria.