Pimpinella, Presidente A.P.S.P.: “Il boomerang del cashback. Che i tecnici supportino la politica per trovare nuove soluzioni di sostegno alla digitalizzazione e di contrasto al sommerso”
Roma, 1.7.2021 – Ora che è stato sospeso, è necessario individuare iniziative che tutelino il patrimonio in termini di nuove competenze, di predisposizione al ricorso alla moneta elettronica e agli strumenti digitali che il cashback ha contribuito a creare. “Non dobbiamo lasciare da sola la digitalizzazione – afferma Maurizio Pimpinella, Presidente dell’Associazione Prestatori Servizi di Pagamento – e per evitare di tornare indietro è necessario che le decisioni politiche future siano supportate dal contributo di esperti e tecnici per individuare nuove soluzioni di sostegno alla digitalizzazione e di contrasto al sommerso. Il Centro Studi A.P.S.P. è a disposizione con le sue competenze”.
“Col credito d’imposta su pos e commissioni non ci sono più scuse per non accettare i pagamenti elettronici – prosegue Pimpinella – è una buona soluzione di compromesso ma da sola non basta a contrastare l’evasione”.
Per quanto riguarda i numeri del cashback, sappiamo che, dal dicembre 2020, sono 8,9 milioni gli italiani aderenti, i quali hanno effettuato 784,4 milioni di transazioni. Ma i dati più interessanti riguardano l’incidenza sulle tipologie di spese. Oltre l’80% della spesa è per importi inferiori ai 50 euro, in cui spicca il 16,3% per gli importi inferiori ai cinque euro. In questi numeri risiede il contributo del cashback al miglioramento delle abitudini di spesa degli italiani.
Positivi o negativi che siano, vanno visti in senso comparato. L’Italia, per quanto riguarda le competenze e il grado di alfabetizzazione digitale registra nell’Unione Europea il 24° posto su 27 paesi osservati dall’indice DESI, mentre per quanto riguarda l’incidenza del contante, anche se in leggero miglioramento, risultiamo ancora tra le 35 peggiori economie a livello globale.
“Ciò che è mancato al cashback – conclude Pimpinella – è stata la realizzazione di una vera AIR (Analisi di impatto della regolamentazione), ex ante ed ex post, capace di stabilirne la reale utilità, cosa che ha impedito anche di individuare i necessari correttivi”. “Si tratta di un approccio che non dovrà mancare alle prossime iniziative di sostegno alla trasformazione digitale”.