Per spiegarci il progetto “Donna è innovazione”, che è valso il premio 2021 dell’Assemblea parlamentare del Mediterraneo 2021 all’Osservatorio TuttiMedia (Otm), di cui è vicepresidente, Maria Pia Rossignaud comincia parlando proprio di donne. Di quelle che dal 2018, come vicepresidente dell’Otm, ha valorizzato con il premio “Donna è Innovazione” e di quelle che le hanno insegnato che “per abbattere il soffitto di cristallo, bisogna creare una catena fra chi è sopra e chi è sotto”.
Direttrice-editrice della rivista di cultura digitale Media Duemila, vicepresidente dell’Osservatorio TuttiMedia, Rossignaud è un’esperta di comunicazione di lunga carriera: “Il nostro progetto racconta storie di donne: dalla professoressa di Piano Sorrento, ormai non più tanto giovane, che si dedica ai centri anti violenza, all’ideatrice degli Stati Generali delle Donne. La parità di genere va promossa condividendo pratiche e percorsi di chi fa la differenza anche e soprattutto dove non ci sono molte opportunità di guardare oltre lo steccato dei pregiudizi e dei limiti imposti da società patriarcali”.
Nato nel 2018 come sezione al femminile del premio “Nostalgia di Futuro–Giovanni Giovannini”, il progetto guidato da Rossignaud dal 2019 è diventato più ampio. “Ne ho parlato a Sergio Piazzi, ambasciatore segretario generale dell’Assemblea parlamentare del Mediterraneo, istituzione Onu che unisce tutti i paesi che si affacciano sul bacino. Insieme abbiamo iniziato a fare dei progetti: sull’intelligenza artificiale, sulle donne. Ne è nata una collaborazione: abbiamo condiviso buone pratiche legate all’intelligenza artificiale, come la realizzazione di app o software che permettono alle donne di vivere più sicure”.
Il Pam, Parliamentary Assembly of the Mediterranean , è un ente creato per sostenere il benessere in tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo: la sede italiana è a Napoli. “Facendoci l’onore di questo premio, il Pam ha riconosciuto che l’Osservatorio TuttiMedia, come l’Assemblea stessa, è alla ricerca di equilibri sostenibili da promuovere”.
Com’è nato il progetto “Donna è Innovazione”?
“Tutto inizia nel 2018, quando, dopo dieci anni dalla nascita del premio ‘Nostalgia del futuro’ in memoria di Giovanni Giovannini, mio mentore e presidente storico della Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg), capisco che è il momento di festeggiare anche le donne. Dal 2008 infatti si premiava l’innovazione, ma – ride – i premiati erano in maggioranza uomini. Guardando a me stessa, ma anche a tante colleghe, non mi sembrava rispecchiasse la realtà, così ho chiamato le donne dell’Osservatorio TuttiMedia, che erano Giovanna Maggioni, al tempo direttore generale dell’Upa, Maria Eleanora Lucchin, direttore degli uffici studi di Mediaset e Marina Ceravolo, già direttore di Rai Pubblicità e ho lanciato l’idea: dobbiamo valorizzare le donne, ho detto loro. Siamo sempre di più anche nell’Osservatorio TuttiMedia”.
La prima edizione del premio è stata nel 2019 e ha visto nel ruolo di madrina la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Lei crede nella cooptazione al femminile?
“Quelle che riescono ad arrivare in alto devono tendere una mano e tirare altre donne su, oltre il soffitto di cristallo. Quando ho iniziato a fare la giornalista al quotidiano Il Mattino, in redazione c’erano 180 uomini e tre donne, tra cui io, la stagista. Sono stata l’unica donna in una stanza tante volte, troppe. Farsi carico della parità di genere, significa fare di tutto perché lo stesso non capiti più”.
Che ruolo può avere la tecnologia nella partita della parità di genere?
“Paola Marazzini (Google) sostiene che le tecnologie aiuteranno le donne. Anche se, attualmente, solo il 5% delle posizioni di leadership in ambito tecnologico sono occupate da donne”.
E l’informazione come può contribuire al raggiungimento della gender equality?
“L’informazione di qualità è essenziale per creare una società equilibrata, giusta, basata sulla parità di genere. La neo direttrice esecutiva dell’agenzia stampa Reuters, Gina Chua – prima transgender a ricoprire un incarico del genere – pensa prima di tutto a insegnare che non dobbiamo avere paura raccontando la sua storia. Ed è anche questo che fa l’informazione di qualità: insegna a vivere. Per parlare di più e meglio dei problemi delle donne, nei media – soprattutto in quelli mainstream – dovrebbero esserci più donne. Abbiamo premiato Agnese Pini, direttrice de La Nazione, proprio perché è una tra le pochissime donne a dirigere una testata storica e di primo piano nel panorama italiano. In genere alle donne vengono affidati ruoli più marginali; in tv gli esperti chiamati sono perlopiù uomini”.
L’informazione del futuro sarà ancora su carta?
“Il giornale è un modo per aprire la mente sulle problematiche che dobbiamo affrontare per vivere. Questo significa che il supporto non è così importante e che dobbiamo, invece, preoccuparci che l’informazione del futuro sia di qualità. Per averla, c’è bisogno di giornalisti che abbiano un’etica, ma anche delle tutele”.
Quali sono oggi i problemi che affliggono maggiormente le donne?
“Uno su tutti: il lavoro, perché le donne sono ancora quelle che hanno la responsabilità della cura. Con il piano Pnrr noi puntiamo molto sugli asili nido, pietra miliare per l’evoluzione di una società che auspichi al raggiungimento della gender equality. L’asilo nido dev’essere gratis, dev’essere welfare. Quando ero studentessa al master in giornalismo, ricordo che una mia collega, sposata, doveva portare la bambina a lezione e agli esami, perché non sapeva a chi lasciarla. Ecco, questo è ancora attuale”.
Quali sono oggi i problemi che affliggono maggiormente le donne?
“’Con-ci-lia-zio-ne’ – scandisce Rossignaud – Ecco una parola che non riesco ad accettare anche perché non ho mai sentito gli uomini parlare di conciliare vita privata e lavoro.”
Cioè?
“A volte ho paura che le giovani non comprendano che, se siamo arrivate a questo punto, è perché noi donne abbiano lottato, cercando di migliorare la società in cui vivevamo. Da Mary Wollstonecraft, fondatrice del femminismo liberale negli anni ’80 del 700, ai movimenti femministi degli anni ’70 del secolo scorso: le donne hanno fatto la loro parte per una società più equa. Ma per farlo hanno lottato. Oggi, alle ragazze dico attenzione niente è scontato e dico che – come ha scritto l’amministratore delegato di Facebook, Sheryl Sandberg, nel suo libro “Lean In” – devono ‘farsi avanti’”.