di Riccardo Porta
Nel 2008, le caselle di Posta elettronica certificata (Pec) erano poco più di 300mila, lo scorso febbraio si avviavano verso i 13 milioni e nel 2022 e si stima che presto saranno circa 16 milioni.
La mail certificata che ha lo stesso valore, da un punto di vista giuridico, della raccomandata con ricevuta di ritorno: è utilizzata per colloquiare in maniera agile e sicura con la pubblica amministrazione o con i privati.
Uno strumento che, oltre ad aver semplificato la vita a milioni di persone, ha anche un impatto sociale ed economico notevole. Come ha calcolato una ricerca dello scorso anno, l’uso della Pec riduce gli spostamenti e, dunque, le emissioni di Co2, taglia l’uso della carta con conseguente riduzione degli spazi per archiviare i documenti, elimina i tempi di attesa agli uffici postali, che in media sono di 15 minuti.
Conseguenze che si traducono in risparmi finanziari: la ricerca – effettuata da Idc (International data corporation) ha calcolato che i 39 milioni di minori costi favoriti nel 2008 dall’uso della Pec siano diventati 2 miliardi nel 2019 e saliranno a quasi 4 miliardi nel 2022
A breve, la Pec si sposerà anche con Spid e, attenzione attenzione, diverrà EUROPEA. Già, ad oggi la Pec è cosa tutta italiana, snobbata e ridicolizzata dai colleghi di altri paesi (usate la Pec? E che cos’è?) ma entro il 18 giugno verranno invece stabiliti degli standard che la renderanno interoperabile, valida in tutta Europa.
Incredibile a dirsi ma stiamo esportando un prodotto digitale tutto nostro.
Fatti una #pec.