La Commissione europea ha pubblicato i risultati preliminari dell’indagine sul settore della concorrenza sui mercati dei prodotti e dei servizi relativi all’Internet of Things dei consumatori nell’Unione europea e consolida la convinzione che esistono potenziali preoccupazioni per le condizioni di concorrenza. ‘Quando abbiamo avviato l’indagine di settore eravamo preoccupati che potesse esserci il rischio che emergessero ‘gatekeeper’, che potessero usare il loro potere per danneggiare la concorrenza a scapito dello sviluppo delle imprese e dei consumatori. Dai primi risultati pubblicati oggi, sembra che molti nel settore condividano le nostre preoccupazioni’. Per Bruxelles ‘una concorrenza leale e’ necessaria per sfruttare al massimo il grande potenziale dell’Internet of Things per i consumatori nella loro vita quotidiana. Questa analisi alimentera’ la nostra futura azione di attuazione e normativa’.
L’indagine settoriale e’ stata avviata il 16 luglio 2020 nell’ambito della strategia digitale della Commissione e a seguito di un annuncio nella comunicazione della Commissione su Shaping Europe’s digital future. Durante l’indagine, la Commissione ha raccolto informazioni da oltre 200 aziende di diverse dimensioni, operanti nei mercati di prodotti e servizi di consumo e con sede in Europa, Asia e Stati Uniti.
I I risultati del rapporto preliminare sull’indagine di settore riguardano le caratteristiche dei prodotti e servizi di consumo; le caratteristiche della concorrenza in questi mercati; le principali aree di potenziale preoccupazione sollevate da intervistati in relazione all’attuale funzionamento dei mercati nonche’ alle loro prospettive future.
Sebbene l’Internet delle cose sia un’area relativamente nuova, sta crescendo rapidamente e sta diventando sempre piu’ parte della nostra vita quotidiana. Inoltre, c’e’ una tendenza verso una maggiore disponibilita’ e proliferazione di assistenti vocali come interfacce utente che consentono l’interazione con diversi dispositivi intelligenti e servizi al consumatore. La maggior parte degli intervistati, spiega Bruxelles, indica il costo degli investimenti tecnologici e la situazione competitiva come le principali barriere all’ingresso o all’espansione nel settore. Secondo le risposte degli intervistarti, i costi di investimento tecnologico sono particolarmente elevati nel mercato degli assistenti vocali. Per quanto riguarda la situazione competitiva, un gran numero di intervistati ha segnalato difficolta’ a competere con aziende verticalmente integrate che hanno costruito i propri ecosistemi all’interno e al di fuori del settore (ad esempio Google, Amazon o Apple): ‘Poiche’ questi attori forniscono i piu’ comuni sistemi operativi per dispositivi intelligenti e mobili, nonche’ i principali assistenti vocali, determinano i processi per l’integrazione di dispositivi e servizi intelligenti in un sistema ‘Internet delle cose’ per i consumatori’.
Inoltre e’ stata espressa preoccupazione in merito a determinate pratiche di esclusivita’ e vincoli in relazione agli assistenti vocali, nonche’ pratiche che limitano la possibilita’ di utilizzare diversi assistenti vocali sullo stesso dispositivo intelligente. Potenziali problemi possono verificarsi in merito alla posizione degli assistenti vocali e dei sistemi operativi per dispositivi intelligenti come intermediari tra gli utenti, da un lato, e i dispositivi intelligenti o servizi per i consumatori, dall’altro. Tale posizione, combinata con il loro ruolo chiave nella generazione e raccolta di dati, consentirebbe loro di controllare le relazioni con gli utenti.
Nel rapporto viene poi indicato che i fornitori di sistemi operativi per dispositivi intelligenti e assistenti vocali sembrano avere un ampio accesso ai dati, comprese le informazioni sulle interazioni degli utenti con dispositivi intelligenti di terze parti e servizi per i consumatori.
Molti ritengono che questo accesso e accumulo di grandi quantita’ di dati non solo offrirebbe ai fornitori di assistenti vocali vantaggi in relazione al miglioramento e alla posizione di mercato dei loro assistenti vocali generici, ma consentirebbe loro anche di sfruttare piu’ facilmente nei mercati vicini. Infine, la prevalenza della tecnologia proprietaria, che porta a volte alla creazione di ‘standard de facto’, insieme alla frammentazione tecnologica e alla mancanza di standard comuni, sollevano preoccupazioni per la mancanza di interoperabilita’. In particolare, viene rilevato che alcuni fornitori di assistenti vocali e sistemi operativi controllano unilateralmente i processi di interoperabilita’ e integrazione e sono in grado di limitare le funzionalita’ di dispositivi intelligenti di terze parti e servizi ai consumatori.
La relazione preliminare sui risultati dell’indagine di settore sara’ ora soggetta a consultazione pubblica per un periodo di dodici settimane, fino al 1? settembre 2020. La Commissione intende pubblicare il Rapporto finale nella prima meta’ del 2022. Le informazioni raccolte nel contesto dell’indagine di settore forniranno orientamenti per la futura attivita’ di attuazione e regolamentazione della Commissione.