Di Francesca Rossetti
Comunicazione e digitale vanno sempre più di pari passo e una realtà molto importante in questo senso è costituita da PA Social, come ci dice il Presidente Francesco Di Costanzo.
Chi è Francesco Di Costanzo e come nasce PA Social?
“Sono giornalista e dal 2017 fondatore e Presidente di PA Social, la prima associazione italiana dedicata alla comunicazione e informazione digitale. Un’idea che nasce nel 2015, insieme ad un gruppo di professionisti: giornalisti, comunicatori, social media manager. Da gruppo di lavoro spontaneo diventa nel 2017 vera e propria struttura associativa nazionale con l’obiettivo di sviluppare un utilizzo di qualità di social network, chat, intelligenza artificiale, le più innovative piattaforme digitali, per offrire comunicazione, servizi, informazioni, dialogo e interazione ai cittadini. Oggi è una realtà presente in tutta Italia con una rete molto ampia e partecipata, oltre 700 associati, 17 coordinamenti regionali, numerosi tavoli di lavoro tematici, un’attività quotidiana di divulgazione e scambio di buone pratiche, formazione, ricerca, pubblicazioni, costruzione costante di una comunità/community dedicata. E, con grande orgoglio, l’Ocse ci ha riconosciuto di essere i primi del genere a livello internazionale. Nel libro appena uscito con Giunti Editore “Digitale. La nuova era della comunicazione e informazione pubblica. Storia e prospettive del modello italiano” abbiamo provato a ricostruire tutto il percorso e soprattutto ad analizzare gli obiettivi del presente e del futuro”.
Il ruolo dei social network nella comunicazione della PA
“Centrale. Ormai da anni esistono buone pratiche di utilizzo delle piattaforme digitali per il servizio pubblico, a livello nazionale e locale, Ministeri, Regioni, Comuni, aziende sanitarie, camere di commercio, utilities e tante altre realtà che sfruttano le potenzialità di social e chat per offrire comunicazione, informazioni, servizi ai cittadini. Stare dove sono i cittadini è un nostro principio fondante, credo che le piattaforme digitali siano perfette per poterlo concretizzare. La pandemia ha accelerato un percorso che esisteva già in tutta Italia e che oggi ha bisogno di un ulteriore salto di qualità per far sì che sia la normalità della Pubblica Amministrazione e non solo frutto di intraprendenza e voglia di fare di tanti professionisti o una risposta emergenziale”.
Big data, blockchain, intelligenza artificiale e come istruire il cittadino
“Sono tutte opportunità e direi ormai necessità del settore pubblico, la svolta digitale e tecnologica non può più essere rimandata, nei prossimi anni ci saranno tante risorse e queste tematiche sono al centro dell’attenzione come mai prima. Per questo serve investire sulle competenze, su nuovi modelli del lavoro, su una svolta culturale che finalmente porti un pensiero digitale quotidiano all’interno di enti e aziende pubbliche. Il cittadino ha dimostrato da tempo che se le PA innovano e rendono semplice l’approccio ai servizi digitali e alle nuove tecnologie può esserci una risposta importante. Come dimostrano anche i dati del nostro Osservatorio nazionale sulla comunicazione digitale, l’80% degli italiani si aspetta di trovare servizi e informazioni sulle piattaforme digitali, poi certamente servono formazione, aggiornamento costante, un grande investimento su una matura cultura digitale di cittadini, amministrazioni, imprese”.
Tecnologie e comunicazione digitale
“E’ un mondo in evoluzione costante, direi quasi quotidiana. Per questo da parte dei professionisti (giornalisti, comunicatori, esperti di comunicazione e informazione digitale, per citarne solo alcuni) serve attenzione, voglia di fare e aggiornamento continui. Gli strumenti vanno conosciuti e analizzati, hanno tutti potenzialità straordinarie, ormai non conta più solo esserci, bisogna starci bene, utilizzarli con qualità. Così si ottengono grandi risultati e una percezione positiva da parte del cittadino”.
L’importanza della reputazione online
“E’ ovviamente fondamentale. E si costruisce con costanza, attenzione, qualità nel lavoro quotidiano. Esistono tante PA che proprio grazie alla reputazione che hanno saputo costruirsi online, in particolare con l’utilizzo delle piattaforme social e chat, hanno ribaltato una reputazione e una percezione “tradizionale” non sempre positiva”.
Quali sono i più importanti comunicatori a livello politico ed istituzionale? E quali le migliori PA al mondo dal punto di vista digitale?
“Non mi permetto di fare classifiche. Fino a qualche anno fa tutti abbiamo lavorato per aumentare la quantità della presenza pubblica sulle piattaforme digitali, ormai da tempo l’obiettivo è la qualità. Diciamo che i migliori sono quelli che hanno preso la strada di un’organizzazione nuova con professionalità dedicate, di gestione regolare del dialogo e dell’interazione con il cittadino, di approccio da “start up costante” con attenzione e curiosità alle novità, alle opportunità, alla sperimentazione”.