Il 40% dei progetti avviati grazie ai fondi europei nel Mezzogiorno ha avuto problemi. Blocchi, ritardi, contenziosi e scarso coordinamento tra gli enti gestori che generano annosi rimpalli di competenze. È questo uno dei dati che emerge da sei anni di attività di Monithon, il team indipendente di monitoraggio civico dei finanziamenti pubblici che oggi sul suo sito internet mappa oltre 7.620 progetti finanziati dalle politiche di coesione e controlla investimenti per oltre 10 miliardi di euro sul territorio.
Con l’arrivo dei 191,5 miliardi del Next generation Ue (248 quelli complessivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza) saper monitorare la “messa a terra” dei progetti diventa cruciale per evitare sprechi e spingere davvero la ripresa economica. «Tutte le 300 pagine del piano diventeranno vive solo quando saranno implementate a livello locale», sottolinea Luigi Reggi, presidente e fondatore di Monithon.
Entro fine mese, fanno sapere dal ministero dell’Economia, sarà pronta la piattaforma informatica per il monitoraggio dell’attuazione del Pnrr, annunciata dallo stesso premier Mario Draghi nel suo discorso di presentazione del piano al Parlamento. Verranno rilevati i dati di attuazione finanziaria e l’avanzamento degli indicatori di realizzazione fisica e procedurale. Il Mef e la Ragioneria di Stato già gestiscono bdap-opendata.mef.gov.it, la piattaforma dove è possibile monitorare l’avanzamento delle opere pubbliche. Oppure la piattaforma per i crediti commerciali (Pcc) dalla quale, si legge nel piano, verranno desunti alcuni indicatori «per realizzare pienamente gli obiettivi di riduzione dei tempi di pagamento» della pubblica amministrazione.
Il Governo si è impegnato a definire un set di indicatori «entro il quarto trimestre 2021» e a rafforzare la Pa e gli uffici che andranno ad alimentare la banca dati. «Sarà necessario allineare i sistemi di raccolta dei dati e i software gestionali delle diverse amministrazioni – aggiunge Reggi -. Inoltre è importante che non vengano forniti solo indici di spesa, finanziari o procedurali. Ma servono anche informazioni qualitative, tempestivamente aggiornate, relative ai soggetti responsabili, con delle schede dettagliate sui singoli progetti».
I rischi di una eccessiva frammentazione e di uno scarso coordinamento con i programmi di investimento già esistenti sono da scongiurare. «Bisogna evitare che l’ente locale diventi un “progettificio” – afferma Francesca De Chiara di Monithon – e rafforzare le capacità delle strutture di governance».
In base all’ultimo report di Monithon, il 62% dei progetti finanziati con fondi europei ottiene un giudizio complessivamente positivo. Non mancano però piani inefficienti (10%), bloccati nel bel mezzo dell’attuazione (8%) o che sono in corso ma presentano qualche difficoltà (15%). I problemi riguardano questioni amministrative o legate all’avvio del progetto (11%), aspetti tecnici (11%) o di efficacia (2,8%). In certi casi, il progetto richiede ulteriori interventi per essere utile alla comunità (3,2%).
Sempre in relazione al monitoraggio del Pnrr, 34 associazioni che hanno aderito all’Open Government Forum hanno rivolto un appello a Draghi, chiedendo che i finanziamenti siano gestiti garantendo trasparenza, partecipazione e rendicontabilità, per ridurre i rischi di mala amministrazione e corruzione.
«Un progetto come il Pnrr dev’essere monitorato e seguito in ogni sua fase per scongiurare la dispersione del finanziamento e, quindi, il mancato raggiungimento di obiettivi importanti», conclude Reggi, il quale chiede che le informazioni vengano diffuse garantendo l’interoperabilità tra le banche dati, con dati aperti e aggiornati, comprensibile a tutti.
Fonte: (Il Sole 24Ore del 17 maggio 2021)