L’euro digitale non e’ una minaccia per le banche, anzi, “prima arriva e meglio e'” afferma Pietro Sella, numero uno operativo del gruppo bancario nel corso del Global banking forum. “Quando parliamo di euro digitale parliamo di una forma digitale di moneta. Quindi la disintermediazione delle banche non avviene perche’ esiste il contante e non avverra’ perche’ esistera’ l’euro digitale”. Secondo il banchiere alla guida del gruppo che a sede a Biella “la tecnologia e la programmabilita’ dell’unita’ di valore creano l’intermediazione diretta”. Sella trova un’analogia con i timori dei banchieri, a fine anni Ottanta, quando si apri’ alle banche il mercato del risparmio gestito, oggi fonte primaria di ricavi. “I nostri clienti hanno bisogno di soluzioni nuove e c’e’ bisogno di moneta digitale programmabile per sostenere lo sviluppo economico”. Si parla di un mercato con un potenziale di crescita esponenziale “e chi entra per primo prende lo spazio e non lo cede piu'”. Si tratta in prospettiva di ricavi aggiuntivi e di lavoro aggiuntivo aggiunge Sella e quindi di una “gigantesca opportunita’, speriamo che si possa cogliere” con l’auspicio che il tempo di maturazione della decisione sia inferiore ai quattro-cinque anni al momento previsti.
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