“Il 2020 è stato un anno di transizione per l’e-commerce”, con queste parole Davide Casaleggio ha aperto la presentazione dell’annuale studio sul commercio elettronico svolto dal suo studio. Il 2020 ha posto le premesse per la realizzazione di trend che si consolideranno nei prossimi anni facendo un salto in avanti di 3 o 5 anni ha poi continuato Casaleggio. In effetti, andando ad analizzare i risultati dello studio, i numeri confermano le prime impressioni illustrate. Nel 2020, infatti, il valore del fatturato del commercio elettronico è sceso rispetto al 2019 di un solo punto percentuale, attestandosi a 48,2 miliardi di euro. Nonostante le prime impressioni, tenuto conto degli eventi del 2020, il risultato aggregato è da considerarsi tutt’altro che negativo ed è sostanzialmente in linea con l’andamento dei pagamenti elettronici illustrato alcune settimane fa da The European House Ambrosetti.
Il 2020 ha visto quindi alcuni settori crescere molto mentre altri fortemente penalizzati. Come vedremo, infatti, a condizionare pesantemente l’andamento del commercio elettronico, tanto da condurne il fatturato in territorio negativo, è stata la forte contrazione delle spese in turismo, settore fortemente penalizzato dalla pandemia, mentre anche la forte crescita di altri settori non è stata in grado di compensarlo. Confermata rispetto all’andamento illustrato da Ambrosetti la forte crescita del canale mobile che è cresciuto del 4% rispetto al 2019 e sul quale è stato transato il 48% del fatturato delle aziende dell’e-commerce. Nonostante il rallentamento dei fatturati, il lockdown ha aumentato comunque la diffusione tra la popolazione, pari al 74,7% a dicembre 2020 (4,7 punti percentuali in piu’ rispetto al 2019) con 3,2 milioni di nuovi utenti.
Per quanto riguarda i settori coinvolti maggiormente dagli acquisti online, lo stile di vita impostoci soprattutto nella primavera del 2020 ha condizionato fortemente anche le preferenze d’acquisto. Per questo motivo, il 48% del fatturato è stato destinato a prodotti per il tempo libero, seguiti dai centri commerciali online al 21% e proprio dal turismo all’11%, contro il 26% del 2019 e una contrazione del 58% rispetto all’anno prima. Per quanto riguarda poi le tipologie di prodotti o servizi acquistati, spiccano quelli elettronici, gli alimentari, le assicurazioni, seguiti poi da quelli per la casa, l’editoria e la bellezza.
Ad evidenza che i cambiamenti nell’approccio al commercio elettronico non hanno coinvolto solo i consumatori ma anche le singole imprese: la ricerca Casaleggio evidenzia che il 37% delle imprese italiane sta sviluppando delle strategie di vendita omnicanale e ibride, ciò che sarà il vero banco di prova del prossimo futuro. Il 27% delle imprese ha poi già sviluppato un alto livello di implementazione di questo genere di strategie mentre il 12% ha avviato le prime iniziative in merito. Le imprese italiane, consapevoli della situazione, nel 2020 hanno poi accresciuto fortemente l’attività di promozione online, il 48% nel 2020 rispetto al 39% del 2019 lo fa, raggiungendo un livello soddisfacente.
A conferma della bontà dello strumento, il 68% delle aziende attive nel commercio elettronico e intervistate da Casaleggio Associati ha dichiarato che il 2020 si e’ chiuso con un incremento del fatturato, solo il 20% ha perso terreno mentre il 12% e’ riuscito a mantenerlo stabile.
I grandi marketplace come Amazon (38%), eBay (21%) e Facebook marketplace (135) risultano ancora i luoghi preferiti per la vendita e l’acquisto di prodotti. Tuttavia, la vera svolta del 2020 è rappresentata dalla crescita dei local marketplace che, in virtù di una forte aggregazione tra imprese, sono riusciti a ritagliarsi uno spazio rilevante in varie aree del Paese.
Per quanto riguarda poi gli strumenti di pagamento adottati, nel commercio elettronico, in Italia la carta di credito è ancora lo strumento preferito (41%), seguita dal digital wallet (26%) e dal bonifico bancario (15), mentre crescono le modalità di pagamento che consentono la rateizzazione 4% e continuano ad avere una fetta rilevante i pagamenti alla consegna (12%) sintomo che ancora i consumatori si sentono a proprio agio nel voler testare con mano il prodotto. In un confronto internazionale, invece, le prime due posizioni si invertono con i wallet digitali che sono preferiti al 44%.
‘La pandemia ha portato una fortissima accelerazione nelle vendite online – spiega Davide Casaleggio, CEO e Partner della Casaleggio Associati – da una parte una nuova potenzialita’ con un incremento del numero di persone connesse e quindi di potenziali clienti, dall’altro le aziende hanno capito l’importanza del mezzo, in alcuni momenti unico canale per poter continuare a lavorare. Le abitudini sono cambiate e le aziende si sono adeguate e hanno investito. Basti pensare che oltre 2 milioni di persone hanno acquistato online per la prima volta lo scorso anno. Tutte queste persone non torneranno piu’ indietro. Se il 2020 e’ stato l’anno dell’accelerazione, il 2021 portera’ un assestamento, per poi registrare una svolta nel 2022′.