L’articolo 12 del Decreto legge Sostegni bis, in arrivo fra qualche giorno alla Camera, prevede, che non si paghino tasse sulle plusvalenze legate a investimenti in startup e pmi innovative quotate e non quotate, da tenere però in portafoglio per almeno tre anni. Del progetto se ne stanno occupando Giulio Centemero, capogruppo della Lega alla commissione Finanze della Camera e Mattia Mor, deputato del Partito Democratico. Secondo quanto recita l’articolo 12 , infatti, “non sono soggette a imposizione le plusvalenze… realizzate da persone fisiche, derivanti dalla cessione di partecipazioni al capitale di imprese start up innovative… acquisite mediante sottoscrizione di capitale sociale… e possedute per almeno tre anni”. Le disposizioni, riporta il testo, si applicano anche alle plusvalenze, realizzate sempre da persone fisiche, “derivanti dalla cessione di partecipazioni al capitale di piccole e medie imprese innovative… acquisite mediante sottoscrizione di capitale sociale” e, anche in questo caso, possedute per almeno tre anni.
Tale norma deve essere approvata dall’Unione europea che andrà valutare possibili problemi di concorrenza sleale verso altre società (l’efficacia delle disposizioni è subordinata al Trattato sul funzionamento dell’Ue, all’autorizzazione della Commissione Ue, richieste dal ministero dello Sviluppo economico). Il testo finora redatto precede che “…in linea con le disposizioni attuative delle citate normative, danno diritto all’esenzione i conferimenti in denaro iscritti alla voce del capitale sociale e della riserva da sovrapprezzo delle azioni o quote delle start up innovative e delle Pmi innovative, anche a seguito della conversione di obbligazioni convertibili in azioni o quote di nuova emissione”. È considerata, in tal senso, conferimento in denaro “anche la compensazione dei crediti in sede di sottoscrizione di aumenti del capitale, ad eccezione dei crediti risultanti da cessioni di beni o prestazioni di servizi diverse da quelle previste dall’art. 27 del DL n. 179 del 2012”.