Comunque la si giri, l’eccesso di burocrazia (e spesso di regolamentazione) in Italia, ma non solo, è sempre percepito come un freno allo sviluppo, alla crescita e all’aumento dell’attrattività per le imprese locali ed estere. Da ultimo, anche il ministro per l’innovazione tecnologica Vittorio Colao si è espresso a riguardo affermando che: “Se l’Italia e l’Europa vogliono avere sovranita’ tecnologica basata sull’innovazione, lo sviluppo e la non dipendenza, dobbiamo liberare spazi giuridici e permettere piu’ sperimentazione. Dobbiamo guardare al futuro con gli occhi del futuro e cio’ richiedera’ semplificazione amministrativa, velocizzazione del ciclo di autorizzazione, rimozione degli ostacoli che la burocrazia di tipo difensivo crea”.
“Per concludere – dice Colao, intervenuto ad una tavola rotonda della Business School della Luiss – ce la faremo? Possiamo essere ottimisti? Io sono ottimista di natura, si’ ce la faremo, ci sono buone condizioni di investimento”. Certamente di fronte all’obiettivo ad esempio di sviluppare l’hedge computing, “dobbiamo essere in grado di dare permessi in tempi ragionevoli” e per quanto riguarda le competenze, necessarie, “se vogliamo una sovranita’ italiana ed europea dobbiamo essere selettivi nel sostenere i centri di ricerca che davvero sono punta di diamante e che ci permetteranno di fare partnership internazionali“.