Passate apparentemente indenne le forche caudine del decreto sostegni, o almeno per ciò che concerne l’esame del Consiglio dei Ministri, ed evidenziati i numeri positivi nel corso dell’audizione del sottosegretario all’economia Durigon e della recente presentazione dell’annuale Report Ambrosetti, per il cashback sembrava aprirsi una nuova stagione di fiducia. Ed invece nella giornata di oggi, la Conferenza dei Capigruppo di Palazzo Madama ha stabilito di porre all’ordine del giorno per la seduta del 7 aprile prossimo una mozione, verosimilmente la n. 317 presentata (a prima firma) dal Senatore di Fratelli d’Italia Luca Ciriani, componente della Commissioni 2° Giustizia, con la quale si impegna il Governo a sospendere il piano cashback e a destinare le somme stanziate a tal fine per sostenere la ripresa delle categorie commerciali più colpite dalle misure anti COVID. Non si tratta della prima volta che vengono posti atti di sindacato ispettivo o di indirizzo volti a far cadere la misura cashless, tuttavia la situazione specifica sembrerebbe conferire all’atto in questione una particolare rilevanza. Sappiamo, infatti, che, anche all’interno della maggioranza, il “partito degli estimatori” del cashback si fa sempre più esiguo e che, nonostante le evidenze numeriche, in molti non si strapperebbero i capelli in caso di sospensione del programma: versione in parte confermata la scorsa settimana anche dal Ministro per la trasformazione tecnologica Vittorio Colao, il quale in audizione ha confermato che non sarebbe uno scandalo se il cashback fosse interrotto subito, anche perchè ha già prodotto evidenti risultati della sua bontà. In caso di approvazione della mozione da parte dell’Aula, il Governo dovrebbe trovare modi e tempi per dare seguito alle richieste, anche se dal punto di vista prettamente giuridico potrebbe disattenderle. In tal caso, rimarrebbe profonda la spaccatura all’interno della stessa maggioranza, soprattutto per un provvedimento osteggiato apparentemente un pò da tutti tranne che dal Movimento cinquestelle.
Dopo Pasqua, vedremo quindi se saranno poste le condizioni per un’interruzione precoce del cashback e come, soprattutto, saranno gestite le eventuali risorse aggiuntive da destinare alle imprese in difficoltà.