I nuovi strumenti di pagamento hanno notevolmente agevolato le transazioni durante questo difficile anno di pandemia, evidenziando le loro capacità peculiari di aiutare i consumatori nei propri acquisti e di supportare i manager e le aziende nelle operazioni decisive per la continuità aziendale. Nel 2020 i pagamenti elettronici hanno raggiunto un valore complessivo di 268 miliardi di euro e l’utilizzo di una tecnologia come il contactless, entrata nelle nostre abitudini di consumo quotidiano, ha segnato una crescita del 29% nell’ultimo anno.
Questi e altri dati significativi sono stati presentati mercoledì 17 marzo, in occasione del webinar “I pagamenti elettronici nell’era dell’economia digitale”, da noi organizzato con l’Associazione italiana prestatori servizi di pagamento (Apsp) e in collaborazione con 4.Manager.
L’incontro rappresenta la prima tappa di un ciclo di eventi di formazione e di tavoli di confronto sul tema della digitalizzazione, in attuazione dell’accordo quadro firmato a ottobre 2019 tra Federmanager e Apsp.
L’evento
I lavori sono stati aperti dai saluti introduttivi del presidente Cuzzilla che ha evidenziato la crescente importanza dell’economia digitale in tutti i settori del commercio e dell’industria, ponendo però l’accento sul gap di competenze specifiche che l’Italia registra rispetto agli altri Paesi dell’Ue. Come testimoniato dall’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (Desi) dell’Unione, che colloca l’Italia al 25° posto tra gli Stati membri. Inoltre, sempre secondo l’indice, solo il 42% dei nostri connazionali (tra i 16 e i 74 anni) possiede almeno competenze digitali di base (contro il 58% della media Ue e il 70% Germania).
La parola è andata quindi a Maurizio Pimpinella, presidente dell’Apsp, che ha messo in luce la funzione dei pagamenti elettronici come pilastro dell’economia digitale. Pimpinella ha passato in rassegna il quadro normativo europeo, con particolare attenzione alla direttiva 2007/64/Ce, nota come Psd – Payment services directive, che ha aperto a nuovi soggetti non bancari la possibilità di esercizio di servizi di pagamento. Pimpinella ha poi sottolineato come il 2020 sia stato l’anno dei pagamenti elettronici soprattutto dal punto di vista della user experience e che, per il 2021, tali pagamenti potranno raggiungere un valore complessivo di 307 miliardi di euro. Il professore ha condiviso le riflessioni di Cuzzilla sull’importanza delle competenze come driver per cogliere le nuove opportunità offerte alle aziende, ma anche agli individui all’interno di un mercato del lavoro sempre più smart. Pimpinella ha inoltre esaminato, tra gli altri aspetti, anche l’evoluzione sui mercati di colossi del web come Google, Facebook ed Amazon, che sono oggi payment initation service provider (Pisp) riconosciuti nell’Ue.
Il presidente Cuzzilla è intervenuto nuovamente per sottolineare un’altra necessità ineludibile in questa fase: la sburocratizzazione del sistema Italia, intrappolato oggi in oltre 160.000 norme, contro le 7.000 della Francia o le 5.500 della Germania.
La parola è passata poi a Paola Giucca, vice capo del servizio Strumenti e Servizi di pagamento al dettaglio della Banca d’Italia, che ha riportato alcuni dati significativi rilevati dall’istituto. Uno su tutti: nel 2020, anche a causa delle nuove dinamiche imposte dalla pandemia, si è registrato un aumento della quota di acquisti online con carte di pagamento dal 25% di febbraio al 40% di aprile e fino al 60% di fine anno. Inoltre, nonostante la riduzione del fatturato, molte aziende hanno registrato nuovi clienti grazie alla capacità di integrare i canali tradizionali con quelli virtuali. Giucca ha sottolineato come i pagamenti siano “incubatori di innovazione” perché la domanda, da parte dei consumatori, spinge a un’offerta di pagamenti sempre più semplici ed efficienti.
I pagamenti digitali incidono inoltre sui nuovi modelli di business delle imprese che sono oggi interessate ad avere un ruolo nei servizi di pagamento, anche nell’ottica di una conoscenza dei dati della clientela che consenta una profilazione sempre più accurata.
Ha concluso i lavori l’intervento dell’avvocato Massimo Giuliano, membro del gruppo di esperti Blockchain presso il ministero dello Sviluppo economico. Giuliano ha offerto una ricostruzione storica del processo di nascita della blockchain come registro che ha cambiato il modo di scambiare valore nel mondo digitale; l’avvocato ha poi esaminato diversi esempi di applicazione delle blockchain, con una distinzione in “permissioned”, “ibride” e “permissionless” fondata sulla differente tipologia di accesso.