di Maurizio Pimpinella
La crescita dei pagamenti elettronici a livello a globale e in Italia è destinata a crescere ulteriormente. Si tratta, in effetti, di una fase evolutiva che non può essere arrestata ma che anzi vive una fase di accelerazione. Secondo alcune statistiche, infatti, tra il 2015 e il 2022 il volume annuo dei pagamenti elettronici dovrebbe crescere da 450 mld a oltre 1000 mld di dollari, una spinta portata in particolare dalla crescita delle aree emergenti di Asia ed Africa, la cui ponderazione passerà dal 35% del 2017 al 50% dei prossimi anni.
Se è indubbio che è notevolmente cresciuta la consapevolezza nell’utilizzo degli strumenti digitali di pagamento tra gli italiani, è altrettanto evidente che permangono delle rilevanti sacche di resistenza. “Su queste è necessario concentrarsi maggiormente” – dichiara Maurizio Pimpinella, Presidente dell’Associazione Prestatori Servizi di Pagamento – “anche perché vi è una relazione stretta e quasi univoca tra digitalizzazione dei pagamenti e digitalizzazione in generale”. Quanto accaduto, ad esempio, ieri col click day del bonus mobilità denuncia ancora un certo ritardo.
“Molte imprese necessitano di supporto per accedere ai mercati internazionali e nello sviluppo di procedure di incasso e pagamento efficienti” – prosegue Pimpinella. “A questo proposito, è significativo che dall’indice DESI emerge che per quota di PMI in grado di vendere direttamente online, il nostro Paese si posiziona terz’ultimo nell’EU a 28 (peggio di noi solo Romania e Bulgaria). Un dato che dovrebbe far riflettere e che trova riscontro nelle numerose richieste d’aiuto che giungono quotidianamente in associazione”.
Secondo Pimpinella, tuttavia, il problema è ancora più ampio e riguarda non solo le imprese ma anche i cittadini il cui digital gap denuncia un ritardo nel processo di inclusione per colmare il quale non sono più sufficienti le normali iniziative di educazione finanziaria e digitale. “Abbiamo bisogno di interventi shock per portare l’Italia sui dei binari più moderni e competitivi. I cittadini hanno bisogno di supporto e mese all’anno dedicato all’educazione finanziaria non è certo sufficiente”. “L’A.P.S.P. è da sempre al centro del cambiamento ma c’è bisogno che tutte le associazioni di categoria e le istituzioni collaborino tra di loro realizzando un network misto di competenze ed assistenza ai cittadini, magari anche istituendo un help desk centrale deputato a fornire chiarimenti su queste materie ormai centrali ad imprese e cittadini”.
“Non è possibile emergere da questa situazione senza il pieno supporto di tutte le anime del nostro Paese – conclude Pimpinella”. La sfida che ci attende in questi mesi è da dentro o fuori e l’Italia ha tutto per vincerla.