di Ruggero Alcanterini
Scusate, ma la considerazione viene spontanea. Sì, prima per un impulso emotivo, forte, direi proprio una gioia condivisa per quello che la comunità scientifica giustifica e l’immaginario collettivo attribuisce al mistero, appunto gaudioso e salvifico del miracolo, quello che ha consentito, all’Ospedale Bambin Gesù, la separazione delle gemelline siamesi del Centro Africa, unite per la nuca. Poi, per un irrefrenabile senso di smarrimento, un forte prurito sulla sommità del capo, il mio, alla notizia che la Ministra Lucia Azzolina, quella che si occupa d’Istruzione, tema cardine tra le funzioni di Governo e che dovrebbe aprire il cuore all’attività motoria nelle scuole primarie, è stata commissariata, aggiungendo alla sua la testa di Domenico Arcuri. Ecco dunque due casi completamente opposti e diversi, da cui trarre spunto per un titolo esemplificativo. Certo, la battuta viene anche facile, ma il ragionamento da farsi è ben più profondo, proprio in considerazione dei due estremi, dall’eccellenza scientifica al dubbio di negligenza. Siamo di fronte al paradosso tutto italiano, per cui riusciamo a segnalarci per aver ristretto il COVID 19 ai minimi internazionali, in attesa del vaccino, ma al contempo per aver dilapidato con “pagherò” montagne di euro in bonus, senza alcun obiettivo concreto, salvo che questa sia una strategia non percepita. Quando i carabinieri, rotti gli indugi, fermarono un tale che puntualmente usciva da un cantiere con una carriola completamente vuota, si seppe che quel signore in realtà rubava proprio le carriole. Quindi, secondo la metafora della carriola, mi sembra che la realtà sia quella che tra consulenti, manager e commissari, gli stessi partiti, il parlamento, le alte cariche dello Stato, le rappresentanze delle parti sociali, dell’associazionismo di primo, secondo , terzo settore e i cittadini tutti tollerino iniziative dilatorie, in attesa che qualcuno proclami “tecnico” il Governo, presieduto da un “commissario”, l’Avvocato Giuseppe Conte, posto che è palese la scarsa qualità e la debolezza della politica rappresentativa, insomma degli eletti, che non bastano a reggere botta. Di fatto, l’Italia fuori dai Palazzi, quella che sopravvive a dispetto di tutto, dispone paradossalmente di qualità straordinarie, quelle che quando serve fanno davvero la differenza. E’ per questo, che bisogna chiedersi come e perché siamo precipitati progressivamente in questa situazione paradossale, che il Bel Paese assolutamente non merita. Per capire e trovare una via d’uscita seria, probabilmente occorrerà tornare alla normalità, separando le teste, ristabilendo ruoli, valori e responsabilità, secondo buon senso, uscendo da questo artato stato emergenziale, che nell’ultimo decennio ha mandato in aritmia gli elettori ed in crisi d’identità i corpi separati dello Stato, complicando il tutto, salvo intese.