Alla fine anche la società di revisione Ernst & Young ha aperto gli occhi e ha deciso di voltare le spalle a Wirecard,una delle più note società tedesche che operano nel Fintech e in particolare nel sistema dei pagamenti. Nella sola seduta di ieri le quotazioni del titolo Wirecard alla Borsa di Francoforte sono precipitate del 61,8% dopo che la stessa società tedesca ha comunicato che la società di revisione non ha intenzione di certificare il bilancio 2019 perché nei saldi di cassa non c’è riscontro di 1,9 miliardi di euro. Una somma che equivale a un quarto del bilancio della società Fintech teutonica, che negli ultimi anni ha più volte respinto al mittente le voci sulla bontà dei propri conti. Critiche avanzate fin dal 2016 da un numero crescente di analisti ed hedge fund e che Wirecard aveva provato a mettere a tacere anche affidando un incarico esterno a Kpmg per rassicurare il mercato e fugare ogni dubbio sulle pratiche contabili messe in atto.
Ma a fine aprile scorso Kpmg, nel pubblicare l’esito dell’indagine condotta sui bilanci di Wirecard. dichiarava che ha avuto difficoltà a verificare la veridicità di gran parte dei profitti che Wirecard genera con partner a Singapore e Dubai (vedi Sole 24 ore del 30 aprile scorso). In quell’occasione il titolo Wirecard, che due anni fa con una capitalizzazione di 24 miliardi (oggi scesa a 4) ha preso il posto di Commerzbank nell’indice Dax30, aveva perso in due giorni il 32%. Successivamente le quotazioni erano tornate via via a salire e recuperare fino al tonfo di ieri il 16%.
Nel corso della convulsa giornata di ieri Wirecard ha prima annunciato di presentare denuncia contro ignoti per verificare eventuali azioni fraudolente ai danni della società e poi ha sospeso con effetto immediato Jan Marsalek, braccio destro del Ceo Markus Braun, che è anche il maggiore azionista. Un terremoto che avrà effetti non solo all’interno alla società tecnologica ma anche sul sistema bancario tedesco. Wirecard è proprietaria di una banca di Monaco di Baviera, ha partnership con operatori bancari in tutto il mondo ed ha finanziamenti accesi con diverse banche tedesche. Creditori che adesso potrebbero chiedere il rimborso anticipato di prestiti per miliardi di euro. A fine 2017 il Ceo Markus Braun aveva ottenuto un prestito a margine di 150 milioni di euro da una grande banca tedesca – nei documenti societari non viene indicato il prestatore – offrendo in garanzia quasi la metà delle azioni Wirecard in suo possesso. Ma con il prezzo del titolo sceso così bruscamente, Braun con molta probabilità dovrà adesso accettare di pagare, consegnare le azioni o altri suoi beni.
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