Le fake news sono una grave piaga del nostro tempo, e la pandemia in corso non fa altro che peggiorare la situazione. Nonostante, infatti, gli impegni assunti dalle grandi società di social media di contrastare la pericolosa disinformazione riguardante le false cause o le false cure del covid19, la Silicon Valley è ancora molto lontana da vincere tale sfida.
Proprio questa settimana, un video virale, intitolato “Plandemic”, ha registrato milioni di visualizzazioni e clic su Facebook e YouTube prima che le società entrassero in azione per censurarne il contenuto decisamente fuorviante.
Sempre la scorsa settimana, un libro sul tema “Plandemic” è arrivato al primo posto nell’elenco dei bestseller di Amazon in cui è rimasto per diversi giorni. Alla domanda sul perché nessuno sia intervenuto per impedirne la diffusione, un portavoce di Amazon ha dichiarato alla CNN: “Questo libro non viola le nostre linee guida sui contenuti”.
Esperti nel monitoraggio della disinformazione hanno detto alla CNN che diversi gruppi che spingono le teorie della cospirazione, come QAnon e attivisti anti-vaccino, hanno trovato un terreno comune nel vendere dichiarazioni false e fuorvianti sul Covid19.
Le molte incognite rappresentate dalla pandemia a causa della sua natura innovativa e della velocità con cui si diffonde, insieme a un pubblico ansioso e comprensibilmente alla ricerca di risposte, hanno creato le condizioni perfette per far prosperare le teorie della cospirazione.
La Silicon Valley ha sviluppato politiche specifiche COVID-19 da almeno gennaio. Il CEO di Facebook Mark Zuckerberg ha dichiarato alla CNN il mese scorso, “se qualcuno sta diffondendo qualcosa che mette le persone a rischio imminente di danno fisico, allora lo eliminiamo”.
Ma il video che è diventato virale nei giorni scorsi è stato visto almeno 3 milioni di volte su YouTube e, secondo i dati della piattaforma di analisi dei social media BuzzSumo, i post di Facebook che si collegavano al video erano stati apprezzati, condivisi o commentati ben oltre 10 milioni di volte a partire da giovedì pomeriggio.
Giovedì il portavoce di Facebook Andy Stone ha dichiarato che la società stava rimuovendo il video, ma forse ciò è avvenuto troppo tardi.
In precedenza, un portavoce di YouTube aveva dichiarato alla CNN che il video era stato rimosso per aver rivendicato una cura per COVID-19 che non era stata sostenuta da organizzazioni sanitarie.
Nonostante le promesse di entrambe le società di rimuovere il video, giovedì sera le copie erano ancora in circolazione su entrambe le piattaforme, con nuove versioni del video caricate su YouTube per tutto il giorno.
Twitter, dal canto suo, non ha implementato un divieto generale sul video come quelli messi in atto da Facebook e YouTube. Un portavoce di Twitter ha dichiarato che la società non lo sta facendo perché la tecnologia della piattaforma non consente agli utenti di pubblicare clip fino a quando il video è completo. Ma, ha detto il portavoce, se le persone caricano parti del video direttamente su Twitter, la società la società valuterà quelle clip.