L’associazione Libra ha ufficialmente richiesto alla FINMA svizzera una licenza come sistema di pagamento.
Il progetto, fortemente osteggiato dai governi e le banche centrali di mezzo mondo, è stato fortemente rimaneggiato nel corso dell’ultimo anno. Ieri, in un comunicato sul sito dell’Associazione è stata annunciata l’intenzione di creare un network per i pagamenti piu’ tradizionale in cui le criptomonete saranno legate a diverse valute locali. Come annunciato più di un mese fa, l’idea originale di proporre un’unica stablecoin ancorata ad un paniere di valute fiat avrebbe significato il fallimento dell’iniziativa, pertanto l’associazione è stata costretta a modificare il whitepaper per adeguarlo alle richieste più o meno esplicite giunte dalle autorità finanziarie.
Come rivelato via twitter dal CEO di Poseidon Group, Lars Schlichting, il whitepaper è stato modificato prima della richiesta, e la domanda presentata differisce notevolmente dal progetto originario ed infatti, l’attuale progetto prevede non solamente una stablecoin multi-valuta, ma anche monovaluta. A questo punto, il progetto sarà valutato attentamente da una task force di autorità finanziarie. Non va dimenticato che il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, tempo fa ha promesso letteralmente di risolvere tutti i dubbi prima di lanciare il progetto sul mercato, pertanto qualora i regolatori avessero posto delle obiezioni insormontabili l’unica soluzione per andare avanti era adeguare il progetto alle loro richieste.
Questo pare essere proprio ciò che è successo negli ultimi mesi, quindi a questo punto è plausibile immaginare che la FINMA potrebbe concedere a Libra la licenza richiesta. L’agenzia svizzera analizzerà a fondo la richiesta, e probabilmente imporrà requisiti aggiuntivi in particolare per assicurarsi il mantenimento dei rigidi standard nazionali e internazionali per le infrastrutture di pagamento e la lotta al riciclaggio di denaro.
Considerata la situazione attuale, è prevedibile che gli iniziali tempi previsti per il rilascio della moneta (metà 2020) non siano rispettabili, mentre è ipotizzabile che, in assenza di gravi preclusioni da parte dei regolatori, la moneta potrebbe finalmente vedere la luce nel corso dell’autunno, magari favorita anche dall’attuale situazione mondiale coinvolta dalla pandemia da coronavirus.