Parte la lotta dell’UE contro l’obsolescenza dei dispositivi elettronici e l’incentivo all’economia circolare. Le iniziative, che fanno parte del più ampio piano del progetto green deal e che saranno incluse nello specifico in provvedimenti di natura legislativa nel prossimo biennio, puntano alla realizzazione di un’Europa più sostenibile.
Bruxelles, nel corso di una conferenza stampa, ha presentato il Circular Economy Action Plan, ossia il Piano d’azione per l’economia circolare UE. Proseguo virtuale della strategia sulla plastica del 2018, il piano odierno introduce un nuovo approccio per le attività economiche del Blocco.
La Commissione ha reso noto di voler puntare in modo particolare sui settori che utilizzano più risorse e che hanno un elevato potenziale di circolarità, in modo particolare: l’elettronica; batterie e veicoli; gli imballaggi con criteri vincolanti circa la loro natura e voluminosità; la plastica tramite nuove disposizioni vincolanti circa il contenuto riciclato e un’attenzione particolare alla questione delle microplastiche e alle plastiche a base biologica e biodegradabili; i tessili; le costruzioni e l’edilizia; gli alimenti tramite la sostituzione di imballaggi, piatti e posate monouso con prodotti riutilizzabili; e infine i rifiuti, ponendo l’accento sulla necessità di evitarli a monte e, laddove presenti, di trasformarli in risorse secondarie di elevata qualità, armonizzando la raccolta differenziata a livello europeo e contrastando le esportazioni illegali.
Da parte sua, lo European Environmental Bureau, una rete di oltre 143 organizzazioni ambientaliste con sede in più di 30 paesi, ha rilevato una temibile debolezza del piano per l’economia circolare appena presentato dalla Commissione.
Pur elogiando in linea generale la strategia europea, l’EEB si è rammaricata che, nella maggior parte dei casi, la Commissione non abbia previsto obiettivi concreti per la riduzione dell’uso delle risorse e del loro impatto ambientale.
“Se vogliamo raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, preservare il nostro ambiente naturale e rafforzare la nostra competitività, la nostra economia deve diventare pienamente circolare,” ha detto Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal europeo. “Il nostro modello economico di oggi è ancora, per lo più, lineare: solo il 12 % delle materie secondarie e delle risorse vengono reintrodotti nell’economia. Molti prodotti si rompono troppo facilmente, non possono essere riutilizzati, riparati o riciclati, o sono monouso. Esiste un enorme potenziale da sfruttare sia per le imprese che per i consumatori.”
In questo contesto, il nuovo piano d’azione per l’economia circolare UE comprende misure da attuare lungo tutto il ciclo di vita del prodotto. Al livello di design, la Commissione lancerà un’iniziativa legislativa sul “prodotto sostenibile”. L’obiettivo è ampliare l’attuale direttiva sulla progettazione ecocompatibile oltre i soli apparecchi connessi all’energia. Le nuove norme affronteranno in particolare la necessità di migliorare la durabilità, la riusabilità, l’aggiornamento e la riparabilità dei prodotti. Inoltre, verrà presa in considerazione anche la presenza di sostanze chimiche pericolose e il contenuto di materiali riciclati.
“Mireremo anche a limitare l’obsolescenza programmata e il monouso”, si legge sul sito dell’Unione Europea. “Tra le misure vi sarà anche un divieto nei confronti della distruzione di beni durevoli invenduti”.
Bruxelles lancerà infine un dataspace sull’economia circolare UE. Lo strumento servirà a mobilitare il potenziale della digitalizzazione delle informazioni sui prodotti, introducendo ad esempio passaporti digitali per i beni. Inoltre, la Commissione si adopererà per migliorare la riparabilità dei prodotti. L’obiettivo è quello di integrare un “Right to Repair” (diritto alla riparazione) nelle politiche dell’Unione in materia di prodotti e consumatori entro il 2021.
Il piano d’azione include anche misure per fornire nei punti vendita informazioni più affidabili sui beni ai consumatori, compresa la durata e le prestazioni ambientali. Nel pacchetto sono comprese regole più rigorose per ridurre il greenwashing e nuovi criteri minimi obbligatori per gli appalti verdi.
Nello specifico, gli interventi UE si concentrano principalmente in sette principali settori economici.
- Elettronica e ICT: Sarà lanciata una “Circular Electronics Initiative” per prolungare la vita dei prodotti e migliorare la raccolta e il trattamento dei rifiuti.
- Batterie e veicoli: Un nuovo quadro normativo migliorare la sostenibilità delle batterie, anche in termini di riciclo.
- Imballaggi: Saranno predisposti nuovi requisiti obbligatori su ciò che è consentito sul mercato UE, compresa la riduzione degli imballaggi (in eccesso)
- Materie plastiche: Verranno rafforzati i requisiti obbligatori per il contenuto riciclato nei prodotti; un’attenzione speciale sarà riservata alle microplastiche e le materie a base biologica e biodegradabili.
- Tessili: Una nuova strategia rafforzerà la competitività e l’innovazione nel settore.
- Edilizia – Promossi nuovi principi di circolarità per gli edifici
- Alimentazione: Bruxelles elaborerà una nuova iniziativa legislativa per sostituire imballaggi alimentari e stoviglie monouso con prodotti riutilizzabili.