Il ddl turismo è in fase di approdo al Consiglio dei Ministri e le bozze che circolano lasciano intuire importanti novità per una delle industrie più redditizie del nostro Paese.
Secondo i dati Istat, infatti, nel 2018, le presenze sono cresciute del 2% rispetto all’anno precedente e del 4% quelle negli esercizi ricettivi. Quasi il 70% dei viaggi, inoltre, è stato prenotato tramite internet a testimonianza dell’ormai preponderante importanza del web in questo contesto.
Il testo in esame presso il governo, infatti, punta molto sulla creazione di una nuova cornice normativa per le attività che si svolgono via web fatta di incentivi ma anche di una più stringente regolamentazione dei fenomeni dell’economia della condivisione.
Per quanto riguarda bonus e incentivi, la bozza di ddl prevede la stabilizzazione del credito d’imposta sulle spese per la ristrutturazione (al 65%) e digitalizzazione (30%) di alberghi e strutture ricettive in genere. Dal 2021, la somma attualmente stanziata sarà tutt’altro che faraonica ma – rispettivamente 20 e 5 milioni annui per le due misure – ma si tratta pur sempre di un movimento.
Per quanto riguarda la web economy, invece, il governo si appresta a stabilire una stretta sulle locazioni brevi. In sostanza, chi mette in affitto più di tre abitazioni sul web, dal 2021, dovrà rinunciare alle agevolazioni fiscali previste dalla cedolare secca, essendo costretto a calcolare i guadagni delle locazioni brevi nell’Irpef. Si tratta di un cambiamento non da poco, considerato che in una precedente versione del testo questa previsione scattava solo oltre le tre attività.
Ma le novità previste dal testo del ddl non finiscono qui. La prima è che la tassa di soggiorno potrà essere decisa da tutti i comuni e non solo dai capoluoghi di provincia e dalle città turistiche e il suo importo dovrà essere calcolato “in valore percentuale al prezzo effettivamente corrisposto” per la camera d’albergo o la casa effettuata e comunque non superiore al 10% e, al massimo, “sino a 5 euro per notte di soggiorno a persona”.
Nella previsione di legge, poi, anche l’Italia dei Campanili trova una nuova realizzazione. Per valorizzare i piccoli comuni, infatti, è previsto che nei borghi fino a mille abitanti colpiti da spopolamento, chi vi avvia o trasferisce la propria attività potrà beneficiare di importanti esenzioni sui redditi, sull’Irap, sulle imposte municipali e sul versamento di contributi previdenziali e assistenziali.
Sulla stessa riga di questa misura è quella relativa ai cosiddetti “quartieri degli artisti”. Nelle città con più di 100.000 abitanti, infatti, chi sposta o avvia attività culturali in queste “zone franche” potrà usufruire di importanti esenzioni. Inoltre, il ddl prevede per queste imprese un credito d’imposta del 30% su sviluppo e produzione di servizi culturali.
Infine, il ddl turismo “ristruttura” l’Enit e stabilisce una nuova disciplina per le professioni turistiche.
Insomma, la disciplina degli affitti brevi potrebbe essere l’aspetto più evidente della riforma ma le iniziative messe in campo sono, invece, varie e numerose anche se sarebbe necessario uno sforzo ulteriore per favorire del tutto la crescita del settore turistico e dell’indotto.