di Pierfrancesco Malu
Prosegue in salita e mostra non poche debolezze la corsa degli sfidanti democratici alla Casa Bianca. Il conteggio dei voti in Iowa ha, infatti, richiesto molto più tempo e fatica di quanto sarebbe stato ragionevole immaginare, riuscendo a sancire un vincitore solo oltre 24 ore dopo la chiusura delle urne alle quali sono accorsi poco più di 170.000 elettori.
La falla nel processo delle primarie sarebbe imputabile ad un problema della app deputata al conteggio dei voti.
L’app per smartphone è un prodotto realizzato dai veterani della campagna presidenziale di Hillary Clinton i cui lavori avevano già mostrato delle carenze.
L’app è nata da una spinta più ampia da parte dei democratici, sostenuta da decine di milioni di dollari provenute dai donatori, per eguagliare il valore dei repubblicani nella pubblicità digitale e nell’organizzazione dopo le elezioni del 2016. Gran parte dell’energia e degli investimenti sono stati dedicati in imprese che hanno sia lo scopo di dare impulso al gioco digitale dei Democratici sia di realizzare un profitto.
Tuttavia, invece di mostrare la crescita dei democratici dopo la sconfitta del 2016, lo scompiglio creatosi nell’Iowa ha sollevato nuove domande su come il partito spera di competere nel 2020 con la campagna Trump, un colosso digitale che sta sfornando pubblicità e aumentando le somme record di soldi.
“È esattamente l’opposto dell’approccio del team di Trump: portare gli ingegneri a casa, capire esattamente di cosa abbiamo bisogno, lo costruiamo, lo testiamo, lo possediamo”, ha affermato David Goldstein, amministratore delegato di Tovo Labs, società di consulenza digitale statunitense.
Shadow – l’impresa chiamata a realizzare la app – ha realizzato un prodotto che si è rivelato difficile da scaricare e utilizzare e ha finito per fornire conteggi errati. I democratici dello Iowa hanno accusato un “problema di codifica” nell’app avviando anche i primi processi sommari ad uno strumento tecnologico che si è rivelato inadatto al suo scopo la cui debacle potrebbe avere ripercussioni sulla forza dello sfidante democratico alle presidenziali.
Il disguido si è poi allargato alla rete con decine di migliaia di commenti stizziti per il problema mentre Shadow da un lato si scusava per il disagio arrecato e il Presidente Trump irrideva i suoi avversari per quanto stava avvenendo.
Per quanto, apparentemente, possa sembrare un avvenimento colorito e in parte anche marginale, il problema causato dal malfunzionamento della app di Shadow riporta al centro del dibattito politico americano e non solo l’utilizzo di sistemi digitali per lo svolgimento delle normali attività democratiche. Già nel 2000 il caos avvenuto nel conteggio dei voti in Florida in occasione delle presidenziali conferì all’elezione di George W. Bush minò in parte la credibilità del sistema e l’elezione stessa, costringendo Bush stesso a del lavoro extra con i suoi cittadini per guadagnare consenso e autorevolezza.
L’evento di questi giorni, invece, può determinare un ritorno al passato nei sistemi utilizzati sia per l’espressione sia per il conteggio dei voti mettendo tornando ai sistemi analogici che, tra le mille criticità, non hanno però quella di essere esposti a interventi di hacker o a malfunzionamenti tecnici. A meno che, non si decida di sposare il digitale in maniera ancora più decisa e spostare tutto il sistema elettorale su blockchain. Una vera rivoluzione digitale che favorisce la trasparenza e supera in buona parte le ombre dell’ingerenza straniera negli affari di Stato locali.