Il 2020 sarà l’anno dei pagamenti digitali. Lo spera il Governo che ha deciso di fondare buona parte della manovra economica su questo presupposto, lo sperano molti cittadini che stanno cominciando a prendere familiarità con l’economia digitale e se lo augurano soprattutto le imprese che in questo modo potrebbero agganciare una parabola di crescita importante.
Attualmente, tuttavia, non è una novità che in Italia l’86% delle transazioni è effettuata ancora tramite contanti (dati Banca d’Italia) una cifra piuttosto superiore alla media UE che si attesta attorno al 78,8%. Questa tendenza è riscontrabile soprattutto nei piccoli pagamenti, infatti, il valore delle transazioni via cash è limitato al 68,4% del totale, anche in questo caso però superiore alla media UE che si ferma al 53,8%.
Tuttavia, i segnali di crescita nell’utilizzo dei digital payments, soprattutto di quelli di tipo innovativo sono evidenti. Secondo l’Osservatorio Mobile Payments del Politecnico di Milano, i pagamenti digitali in Italia sono arrivati a un valore di 240 miliardi di euro nel 2018, con una crescita media del 10% negli ultimi cinque anni. Merito soprattutto delle nuove tecnologie, che hanno ampliato la gamma e la disponibilità di dispositivi, soluzioni, servizi e piattaforme abilitanti sempre più personalizzati, capaci di rispondere alle esigenze dei consumatori, consentendo soprattutto di risparmiare tempo e semplificare le procedure di acquisto dei prodotti. La user experience, infatti, è il fattore determinante per gli utenti che così possono beneficiare di un ecosistema concepito appositamente per soddisfare le loro esigenze.
A tal proposito, non è un caso che proprio il mercato dei «nuovi» pagamenti digitali sia quello che, secondo l’Osservatorio del Politecnico, è cresciuto di più, spingendo l’intero settore: con un valore complessivo di 86 miliardi di euro nel 2018 (+56% in un solo anno) si sta diffondendo il ricorso a carte contactless o smartphone da prossimità e da remoto, a transazioni via web o altre soluzioni basate sull’Intelligenza artificiale, l’Internet of Things, l’Instant Payment o le Blockchains.
Oltre ad una user experience sempre più soddisfacente ed immediata, i pagamenti innovativi sono stati agevolati anche dall’impatto che nel nostro Paese ha avuto l’e-commerce, un settore basato quasi per la totalità sui pagamenti digitali. L’e-commerce ha creato l’esigenza e le piattaforme in grado di soddisfarla fornendo a tutti noi anche lo strumento (i sistemi di incasso e pagamento) per accedere a questo mondo direttamente dal divano di casa.
Il tutto è stato possibile anche grazie ad una maggiore fiducia riposta dai consumatori nei sistemi di pagamento elettronici e questo è dovuto in buona parte ad una nuova presa di coscienza degli indubbi vantaggi che questi rappresentano rispetto al contante e all’opera di sensibilizzazione di enti, strutture di ricerca e di informazione, istituzioni e mondo associativo.
Secondo i dati dell’Osservatorio Multicanalità di Nielsen, inoltre, circa 6,5 milioni di italiani hanno come obiettivo principale l’efficienza dell’esperienza di acquisto attraverso la quale si minimizza il tempo dedicato alla spesa così da liberarlo per altre attività. Perciò la disponibilità e l’efficacia crescenti di piattaforme digitali, applicazioni o altro genere di servizi che semplifichino e rendano più rapidi i pagamenti sono molto apprezzati dai consumatori e ne stanno profondamente cambiando le abitudini di acquisto. Tutto ciò ha creato un ampio spazio per l’inserimento nel mercato delle soluzioni fintech e delle piattaforme (bancarie e non) che offrono infinite possibilità di pagamento, gestione del credito e delle soluzioni innovative a nostra disposizione.
La digitalizzazione dei consumi e delle transazioni, dunque, è ormai stata digerita anche in Italia e, nonostante l’iniziale rallentamento non smetterà di svilupparsi. Dall’online, infatti, il cambiamento sta coinvolgendo anche i punti vendita fisici portando ad una formidabile contaminazione tra strumenti tecnologici e tradizione che promette di andare ancora più incontro ai desideri di utenti e consumatori.
Il processo avviato, pur in presenza di vari stop & go nel corso del suo sviluppo fa parte di una trasformazione sostanzialmente inarrestabile che finirà col coinvolgere tutti i settori economici e produttivi. E c’è tra l’altro da augurarci che sia così considerando il fatto che ciò significherebbe anche che l’Italia è stata in grado di cogliere pienamente il cambiamento e raggiungere allinearsi col trend di crescita del resto dell’Unione Europea.