Il fronte “anti-Libra” continua a rimpolparsi e ad accrescere i motivi ostativi nei confronti della stablecoin di Facebook. Da ultimo, Lael Brainard della Federal Reserve USA ha parlato degli immensi rischi di Libra durante il forum della Banca Centrale Europea (BCE) a Francoforte.
La BCE ha già da tempo evidenziato più di un dubbio riguardo questa e le altre criptovalute, tanto da arrivare a sostenere le iniziative oppositive del Consiglio europeo dei ministri delle finanze .
Secondo quanto riportato dalla stampa, Brainard ha dichiarato: “Con quasi un terzo della popolazione globale come utenti attivi su Facebook, i rischi per il sistema finanziario delle criptovalute potrebbero essere ingigantiti da una stablecoin ampiamente accettata per uso generale”.
Stando alla sua opinione, il sistema normativo e organizzativo degli Stati non è ancora pronto alla gestione di un fenomeno così complesso e dalla portata ancora incerta per la stabilità del sistema economico e finanziario.
Da quanto riportato, per Brainard i pericoli per questo genere di monete continuano ad essere i finanziamenti illeciti e il riciclaggio di denaro. Nel suo intervento ha, infatti, proseguito dicendo: “Per contrastare i rischi, il riciclaggio di denaro sporco, il finanziamento dell’antiterrorismo e le garanzie di conoscenza del cliente sono fondamentali, i ricercatori hanno scoperto che circa i due terzi dei 120 scambi di criptovaluta più popolari hanno protezioni deboli in queste aree. Solo un terzo degli scambi più popolari richiede la verifica dell’identità e la prova dell’indirizzo per effettuare un deposito o un prelievo.”
Sostanzialmente, un pericolo ancora troppo grande – e con vantaggi ancora limitati- per essere corso dal sistema finanziario europeo che è già impegnato su altri fronti, e che è scongiurato nel mondo delle valute fiat grazie agli sforzi in monitoraggio e sicurezza effettuati dalle banche.
Ma non ci sono preoccupazioni solo per il sistema finanziario in quanto entità astratta, nei pensieri di Brainard ci sono anche i consumatori, i quali potrebbero risentire fortemente di un prezzo altamente variabile, a dispetto del nome, della “Zuckerberg coin”, in riferimento, in particolare, alle attività sottostanti, di cui gli utenti non sembrano avere diritti.
A prescindere dalle singole posizioni, come abbiamo potuto vedere nelle scorse settimane, i progetti di valute digitali o, addirittura, crypto, stanno fiorendo un po’ in tutto il mondo e non è del tutto tramontata nemmeno l’ipotesi che anche l’UE si doti di una propria moneta aleatoria. Vedremo ora quali saranno le risposte di Facebook che ha già fatto partire il progetto WhatsApp Pay.