Il report Istat “Imprese e ICT 2019” ci restituisce l’immagine di un sistema imprenditoriale in cui qualcosa si muove ma che rimane ancora sostanzialmente attardato rispetto alle richieste del mercato.
Il 94,5% delle imprese con almeno 10 dipendenti, infatti, ha accesso ad una linea internet veloce, ma a questo proposito la forbice si allarga parecchio. Di tutte le aziende prese in esame, il 41% ha una connessione a 30mega e solo il 6,2% a 100 mega. Il 16% delle imprese, poi, ha un livello di digitalizzazione alto o molto alto.
Se questi dati raddoppiano rispetto a quelli emersi nel 2015, non possono dirsi però ancora soddisfacenti, dato che il divario con le grandi imprese rimane consistente e di difficile compensazione in tempi rapidi. Un divario tutt’altro che trascurabile se pensiamo che il tessuto imprenditoriale italiano è composto in larga parte da piccole e medie imprese, talvolta a conduzione familiare, che ne hanno fatto la fortuna. Negli ultimi anni continua a crescere la quota delle imprese di maggiori dimensioni che assumono specialisti Ict (38,4%) ma, come visto, in quelle con almeno 10 dipendenti rimaniamo fermi a percentuali tra il 10 e il 20 per cento, decisamente troppo basse per sperare che vi possa essere una reale spinta innovativa
Molte imprese (il 68,5%) si affidano a servizi esterni per quanto riguarda il settore ICT. Tuttavia, in generale, circa l’80% di esse con almeno 10 addetti si colloca ad un livello ‘basso’ o ‘molto basso’ d’adozione dell’Ict, limitandone enormemente la capacità di essere competitive.
Il dato rimarchevole è la crescita del Mezzogiorno, che mostra buoni segnali di sviluppo. Secondo quanto indicato dal report, infatti, “tra le imprese con almeno 10 addetti connesse a Internet in banda larga fissa, la velocità massima di
connessione cresce con la dimensione aziendale, senza particolari divari territoriali a livello di macroripartizione. Tuttavia, a livello regionale si evidenzia una buona performance delle imprese del Mezzogiorno: Calabria, Campania, Sicilia e Molise si attestano tra le prime dieci regioni per quota di imprese connesse a Internet a velocità di download pari ad almeno 30 Mbps”. Come abbiamo visto, non un livello eccezionale ma comunque significativo. La quota di imprese connesse con almeno 30 Mbps è pari a circa il 43% nel Mezzogiorno e nel Nord ovest mentre si attesta al 39,7% nel Centro Italia e al 38,9% nel Nord est.
Per quanto riguarda poi la sicurezza informatica, oltre il 92% delle imprese è consapevole dei rischi ma questa consapevolezza non si traduce in altrettanti investimenti, considerato che solo il 40,6% di loro adotta sistemi di sicurezza avanzati.
Dal punto di vista delle vendite online, il report indica un sostanziale ritardo delle imprese che si collocano in molti casi al di fuori dei principali canali di distribuzione. Il report sottolinea, infatti, che “la percentuale di imprese che hanno effettuato vendite online nel corso dell’anno precedente continua ad essere stabile e molto contenuta (circa un’ impresa con almeno 10 addetti su sette). Le imprese con almeno 250 addetti sono più attive rispetto a quelle con 10-49 addetti e fanno registrare una crescita rispetto al 2018 (rispettivamente 35,6% e 12,8% nel 2019, 34,9% e 13,1% nel 2018)”.
Come spesso accade con report simili, la situazione italiana rimane interlocutoria. Avremmo la reale possibilità di fare il salto di qualità ma per vari motivi siamo ancora limitati e incapaci di farlo, rimanendo in un limbo che non permette una crescita economica sostenibile. Prendendo ciò che di buono emerge dal report, la speranza è che permanga la tendenza a raddoppiare i risultati in modo che in tempi rapidi si possa giungere ad un livello di digitalizzazione pienamente soddisfacente.