Parola d’ordine diversificazione. Una necessità più che un semplice mantra per le big tech di tutto il mondo per reggere il ritmo di crescita e della competizione che loro stessi hanno imposto al mondo degli affari.
Intelligenza artificiale, cloud computing, machine learning e, non ultimo, il fintech sono tra i principali settori in cui queste grandi aziende stanno investendo, avviando una competizione a lungo termine dagli esiti non scontati. Nessuno è a riparo dalla concorrenza e chi oggi appare in vantaggio potrebbe perdere il proprio ruolo molto rapidamente.
Per Amazon, ad esempio, ben 6,6 miliardi di dollari relativi all’utile operativo ratificato lo scorso 30 settembre sono riconducibili ai servizi cloud. Amazon, quindi, non è solo più un portale di e-commerce ma sta mutando pelle diventando qualcosa di molto diverso e ramificato. I servizi cloud sono un terreno di crescita anche per Microsoft che nell’attuale esercizio ha prodotto ricavi per oltre 11 miliardi di dollari. L’economia digitale, insomma, favorisce fortemente lo sviluppo di progetti relativi ai servizi cloud ed incentiva la rivalità tra le big USA e quelle cinesi.
Tra queste aziende, chi più chi meno, poi, sta investendo nei servizi finanziari. Facebook viaggia sul doppio binario, tra lo sviluppo di Libra e il lancio di Facebook Pay, Amazon ha da tempo sviluppato un servizio di finanziamento alle imprese e lanciato la carta di credito, e sia loro sia anche Google sono dei PISP riconosciuti in Europa. Il fintech e i servizi cloud saranno probabilmente (se già non lo sono) i settori di maggior investimento, scontro e crescita di queste aziende che punteranno forse più sull’immaterialità ma anche alla soddisfazione di clienti che vanno in costante ricerca di nuove ed appaganti esperienze di vita e di acquisto.