Se non è una moda, allora è la soluzione del momento per risollevare economie disagiate e favorire la resilienza e l’inclusione finanziario-sociale di popolazioni svantaggiate.
Che si tratti di progetti di pagamenti basati su blockchain come quelli, da ultimo, proposti dalla Croce Rossa o che si tratti di monete virtuali nazionali (vedasi il caso della Cina su tutti) spostare pagamenti o monete in un contesto virtuale basato sulla tecnologia blockchain sembra essere la strada attualmente più semplice ed affidabile. Secondo quanto affermato dal direttore della Banca centrale, anche il Ghana starebbe avviando la realizzazione di una moneta digitale garantita dalla Banca centrale stessa: la Central Bank Digital Currency (CBDC).
Il Ghana, tuttavia, non è il primo paese africano a intraprendere la strada della moneta digitale. Lo scorso agosto, infatti, la Banca centrale del Ruanda ha dichiarato che era allo studio la realizzazione di una moneta virtuale da loro stessi garantita.
Nel corso della 23° Conferenza Bancaria Nazionale tenutasi il 26 novembre, è stato dichiarato dalla dirigenza della Banca che la CBDC verrebbe realizzata attraverso l’istituzione di una sandbox normativa “con la possibilità di emettere un e-cedi nel prossimo futuro”. Il “cedi” è la valuta fiat nazionale del Ghana. Pur in assenza di una comunicazione ufficiale da parte del Governo locale, le esternazioni del direttore della Banca centrale sembrerebbero andare nella stessa direzione del progetto di digitalizzazione del paese e della finanza che l’esecutivo intende intraprendere.
Il progetto dell’e-money locale sembra ben avviato e la Ghana Commercial Bank (GCB Bank) ha ottenuto l’autorizzazione alla realizzazione della moneta che consentirà ai clienti di avere accesso a dei wallet emessi direttamente dalla GCB.