Molti degli Over The Top tecnologici hanno recentemente avuto diversi problemi per quanto riguarda la gestione della privacy e dei dati dei loro utenti. Il primo fu Facebook con l’ormai famoso caso di Cambridge Analytica, ma al centro dell’attenzione, recentemente, è Google coinvolta dal caso dei dati sanitari.
Ad aggiungere un carico pesante alle indagini delle Autorità di mezzo mondo ci ha pensato anche Amnesty International che nel suo report dichiara apertamente che Google e Facebook stanno mettendo in pericolo il rispetto dei diritti umani.
Secondo il report, infatti, il metodo di business attuato da queste compagnie sarebbe eccessivamente restrittivo e ben poco aperto alla tutela del diritto di privacy, tanto da riuscire a violare i più comuni diritti umani.
Secca la risposta di Facebook che, attraverso una nota, ha prontamente dichiarato: “siamo in disaccordo con il report, il nostro social consente alle persone di tutto il mondo di connettersi in modi che proteggono la privacy, anche nei paesi meno sviluppati con strumenti come Free Basics”.
Non solo critiche. Amnesty International riconosce anche il ruolo di connessione tra persone portato avanti dai due big tech ma non perde occasione di rilevare che questo eccezionale ruolo è parzialmente vanificato dal prezzo considerato troppo elevato che gli utenti sono tenuti a pagare in termini di carenza di privacy: “un vantaggio, quello della tecnologia e del mondo del web – fa notare il report – che si fonda sul godere dei diritti umani online sottomettendosi a un sistema basato sull’abuso dei diritti umani”.
Come dichiarato dal segretario generale dell’OnG Kumi Naidoo nel corso di un’intervista all’Ansa: “Google e Facebook dominano le nostre vite moderne, accumulando un potere senza pari sul mondo digitale con la raccolta e la monetizzazione dei dati personali di miliardi di persone. Il loro controllo insidioso della nostra vita digitale mina l’essenza stessa della privacy ed è una delle principali sfide per i diritti umani della nostra era”.
La levata di scudi a tutela della privacy degli utenti del web è probabilmente solo agli inizi e viaggia di pari passo al conseguimento di una crescente consapevolezza del valore che i nostri dati hanno per queste imprese e l’economia digitale in genere. In futuro, probabilmente, sarà indispensabile – in tutto il mondo – giungere ad una più approfondita normativa di tutela della privacy al passo col mutamento dei tempi.