Nel 2018, in Italia, il numero dei pagamenti digitali è cresciuto del 6,8% rispetto all’anno precedente e l’importo del transato con le carte di credito è arrivato alla cifra di 80 miliardi di euro. Queste cifre, in crescita rispetto agli anni precedenti, rappresentano un buon risultato per l’Italia che mostra segni di sviluppo dell’intero comparto. Tuttavia, tali dati non sono ancora sufficienti a portare l’Italia al livello degli altri paesi europei e il nostro Paese rimane ben al di sotto della media Ue per uso delle carte di credito: nel rapporto tra il valore delle transazioni e Pil si posiziona al 24° posto su 28 paesi europei.
Il Governo ha deciso di intraprendere una chiara politica che vede al centro l’incremento nell’utilizzo dei pagamenti elettronici intesi come vero e proprio strumento di policy per l’ammodernamento del Paese e il contrasto alle attività illecite.
Nella recente audizione parlamentare tenutasi in Senato nell’ambito del ddl di bilancio, la Banca d’Italia ha fatto un significativo endorsement al Governo per quanto concerne gli incentivi ai pagamenti elettronici. Il vicedirettore Luigi Federico Signorini ha delineato la posizione della nostra Banca centrale riguardo tutto il provvedimento, sottolineando, in particolare, lo studio effettuato sull’incidenza degli incentivi dei pagamenti elettronici sull’intero sistema.
Secondo gli esperti di Palazzo Koch, inoltre, l’insieme degli incentivi proposti dal Governo per incentivare la moneta elettronica e contemporaneamente per contrastare l’evasione fiscale possono portare ad un aumento delle transazioni elettroniche del 10% circa.
L’utilizzo della moneta elettronica, infatti, va a beneficio di tutti, consumatori, fornitori di beni e servizi e istituzioni finanziarie, creando valore e stimolando la crescita di una nuova cultura civica. Come sottolineato dal vicedirettore Signorini, inoltre, “il contante comporta costi non trascurabili e aumenta i rischi di contraffazione” tutti aspetti negativi che non ha la moneta elettronica.
La posizione della Banca d’Italia è chiara e se le stime saranno confermate dalla prova empirica potremmo avviare l’Italia verso una società più moderna e in grado di competere con i principali partner internazionali.