“Stesso mercato stesse regole” potrebbe apparentemente sembrare un’espressione che racchiude in sé un mantra ben poco significativo. In realtà, se applicato al mondo della finanza, è una frase dal contenuto estremamente significativo.
Banalmente, per favorire la crescita dell’economia e della finanza all’interno di un contesto di sana competizione è essenziale che questo sia regolato da una struttura normativa equilibrata in grado di comprendere tutti i livelli: da Libra e le criptovalute, alle start-up ai big tecnologici, agli operatori bancari. Tutti i soggetti che condividono lo stesso ecosistema e, come tali, hanno bisogno di svolgere la propria attività in maniera equa.
L’evoluzione del panorama afferente al mercato dei servizi di pagamento mostra tutt’ora dei contorni non ancora ben delineati quanto a operatori, strumenti e servizi offerti.
Ciò comporta, di conseguenza, anche una certa difficoltà nell’individuazione di limiti e criticità del settore fintech. L’individuazione degli eventuali snodi critici è il punto migliore dal quale partire per analizzare un settore le cui dinamiche non sono state ancora evidenziate completamente.
Per capire e contrastare al meglio i fenomeni distorsivi che possono caratterizzare il mondo del fintech è necessario individuare gli operatori ed estendere a ciascuno di questi le regole di settore in modo da far fronte al fenomeno delle asimmetrie regolamentari che li coinvolge. In questo senso, è auspicabile il massimo rapporto di chiarezza e comunicazione sia tra i vari soggetti sia tra questi e gli Organi preposti a regolarne l’azione; il tutto al fine di tutelare l’integrità del sistema finanziario ed economico e favorire l’adeguamento delle regole comuni al nuovo contesto, tali per cui abbiano efficacia pur non ostacolando (ma, anzi, agevolando) il naturale sviluppo del mercato e la concorrenza.